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    In onda il 02/11/2020 dalle 21:20 alle 23:15

  • news Report: il grande inganno

    02/11/2020 - Tornano le inchieste di Report con un nuovo appuntamento, lunedì 2 novembre su Rai3. Si parte con il reportage Il grande inganno. Perché l'Organizzazione mondiale della sanità censura un suo documento, critico della gestione italiana della pandemia? Report svelerà i retroscena e i conflitti di interesse che mettono in pericolo la credibilità dell'Oms. Attraverso documenti esclusivi sarà rivelata anche la storia del piano nazionale del Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute, partorito con ritardo e rivelatosi una semplice analisi di scenari senza veri obiettivi gestionali. Secondo le stime elaborate dal Generale Pier Paolo Lunelli e depositate al Tribunale di Bergamo, almeno diecimila morti si sarebbero potuti evitare. Chi pagherà ora e quali rischi corrono i dirigenti che non hanno aggiornato per anni il piano pandemico italiano?

    Si prosegue con Liscia, rigata, Ue, non Ue. La pasta rigata, scelta dal 90% degli italiani, vince sulla liscia che è agli ultimi posti nelle vendita tra i formati di pasta. Apparentemente è una questione di gusto, ma gli esperti, i maggiori chef e gli stessi pastai affermano il contrario. La pasta liscia è più buona e trattiene il condimento più della rigata se trafilata al bronzo ed essiccata lentamente. Invece gli italiani, che vantano il primato mondiale del consumo, mangiano una pasta trafilata al teflon, con tempi di essiccazione veloci. L’inchiesta inoltre tratterà della provenienza dei grani e della trasparenza delle etichette: l’Antitrust ha emanato cinque provvedimenti sui marchi nazionali di pasta De Cecco, Divella, Cocco, Lidl e Auchan. Sulle loro etichette c’erano richiami all’italianità del prodotto in bella vista mentre la provenienza del grano da paesi Ue e non Ue appariva con caratteri microscopici nel retro. Infine, Bernardo Iovene è stato a Gragnano dove ai piccoli pastifici è stato vietato l’uso della parola artigiano sulle etichette.

    E infine, Lo smaltimento. Il politecnico di Torino stima che il fabbisogno di mascherine, in Italia, sia di oltre un miliardo al mese pari a circa 400 tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno. Indossate già nelle strutture sanitarie per proteggere pazienti e alimenti da possibili contaminazioni, sono entrate a far parte della nostra quotidianità, nei luoghi di svago o di lavoro fino ad arrivare nell'intimità delle nostre case. Ma seguono sempre lo stesso percorso di smaltimento? È possibile o auspicabile ripensare la filiera regalando una nuova vita a ciò che fino a ora è stato monouso?

    (comunicato Rai)


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