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È toccato a Billy Joel tendere la mano alla Russia nel 1987, ancora in un clima da Guerra Fredda. Nonostante altri artisti, Elton John e James Taylor, si fossero già esibiti in Russia, nessuno prima di lui l’aveva fatto con l’obiettivo di aprire una breccia culturale che potesse distendere i rapporti tra le due grandi potenze mondiali.
Il documentario Billy Joel. The Bridge To Russia, che Rai Cultura propone mercoledì 26 agosto su Rai5 , ripercorre quei giorni come un diario di appunti attraverso immagini, interviste, testimonianze dei protagonisti. Oltre a Joel, sfilano con i propri ricordi la ex moglie Christie Brinkley, i musicisti della band e gli attaché russi che seguivano ogni tappa della tournée.
Per quanto mi ricordo - dice Billy Joel - il clima politico prevalente era di guerra fredda. L'Unione Sovietica era il nemico e faceva paura. Avevo paura dei russi, li vedevo come dei monoliti, delle persone bellicose, desiderose di distruggere gli Stati Uniti. E il sassofonista Mark Rivera ricorda: è come se Billy Joel avesse portato la prima tv a colori, difficile ritornare al bianco e nero dopo.
Dimostrò che la musica è un linguaggio potente e universale più efficace nell'unire le persone di qualunque leader mondiale. Non che i concerti di Joel abbiano da soli tirato giù il muro di Berlino, ma, proprio come fece lui con il pianoforte, ci fecero certamente un bel buco.
(dalla redazione Rai)