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Mekong, madre di tutte le acque (documentario)

Un viaggio che parte dalla foce del fiume Mekong, ne segue il corso attraverso Vietnam, Cambogia, Laos e Cina, e si conclude sulle sue sorgenti per scoprire l’Asia e le sue tradizioni. Lo intraprende l’attrice comica britannica Sue Perkins nella serie in quattro puntate Mekong, madre di tutte le acque in onda da domenica 19 giugno su Rai5.

Per i popoli del Sudest Asiatico il Mekong è la madre di tutte le acque, perché dona la vita a una vasta regione compresa tra l'Himalaya e il Mar Cinese Meridionale, abitata da milioni di persone di etnie e culture diverse, che sfruttano il fiume per le risaie e altre attività economiche. Qui antiche tradizioni e religioni convivono e cercano di adattarsi al progresso e alla inevitabile modernizzazione. Lungo il tragitto, circa 4500 chilometri attraverso ambienti molto diversi e regioni remote poco toccate dal turismo di massa, la Perkins incontra agricoltori, pescatori e piccoli artigiani per capirne gli usi e i costumi.

Nel primo episodio la viaggiatrice si mette alla prova sperimentando la vita durissima degli abitanti di una delle molte città galleggianti e dei modesti coltivatori di riso vietnamiti, che, per arrotondare i magri introiti, allevano gamberi. Arriva poi in Cambogia, per ascoltare la toccante testimonianza di uno dei pochi superstiti dei terribili killing fields, costati la vita a quasi due milioni di cambogiani negli anni della feroce dittatura di Pol Pot.

Il viaggio di Sue Perkins verso le sorgenti del Mekong prosegue attraverso la Cambogia continentale: nella seconda puntata della serie, la Perkins visita una regione oggi molto sfruttata per la produzione di legname da esportazione. La deforestazione va avanti a ritmo sostenuto, mettendo a rischio molte specie animali e la sopravvivenza di popoli abituati a vivere lontani dalla modernità. Al seguito di una squadra per la salvaguardia della natura, Sue assiste al sequestro di carne di specie protette, destinata ai clienti di ristoranti sperduti nella foresta, e alla liberazione di animali selvatici vittime del traffico illegale. Prima di attraversare la frontiera col Laos, la scrittrice visita templi e monasteri buddisti e passa qualche giorno con il popolo Krung, che vive sugli altipiani del Ratanakiri.

(dalla redazione Rai)

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