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A partire dall'inizio degli anni Ottanta, l'attrazione esercitata dalle aree pianeggianti e costiere e dai loro centri urbani e industriali, se da un lato determinò la pressoché totale distruzione degli ambienti dunali lungo le coste basse, e dei boschi planiziari, d'altro lato fece emigrare masse di popolazione dalle aree rurali di collina, media e bassa montagna, che progressivamente si spopolarono. Lo racconta Wild Italy, in onda sabato 9 agosto su Rai5.
Grandi complessi minerari e industriali cessarono la loro attività , perché non più competitivi sulla scena internazionale. Ulteriori quote di popolazione abbandonarono così altri insediamenti, ad esempio in Sardegna. Diminuirono la pressione sui boschi, l'attività venatoria, il pascolo del bestiame, e l'Italia a poco a poco tornò a ripopolarsi di fauna. Questo si associò a una politica attiva di conservazione, attraverso l'istituzione di parchi e di riserve e la reintroduzione di molte specie animali.
Una situazione favorevole e ancora attuale, anche se ci sono preoccupanti segnali di erosione dei sistemi ecologici e della biodiversità a livello dei piccoli organismi, come gli insetti impollinatori.
(dalla redazione Rai)