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  • Informazione | Report Ep. 5
    In onda il 25/11/2017 dalle 16:30 alle 18:05

  • news Report: le migrazioni dalla Libia, il protocollo del prosecco, i pericoli del caminetto

    19/11/2017 - I flussi migratori dalla Libia, la questione non ancora risolta del protocollo del prosecco, i pericoli che si annidano davanti al caminetto: saranno questi i temi trattati nella puntata di Report di lunedì 20 novembre, in onda su Rai3.

    La prima inchiesta, Ipocrisea, firmata da Claudia Di Pasquale, torna ad inquadrare da vicino i flussi migratori dalla Libia. La rotta del Mediterraneo centrale dalla Libia verso l'Italia rappresenta l'80% dei flussi migratori dal Nord Africa verso l'Europa. Dal 2011 a oggi in Italia sono sbarcati oltre 700.000 migranti. Quest'estate i flussi sono drasticamente crollati, per poi riprendere in questi giorni. Cosa è accaduto in Libia? Quali sono le politiche adottate dall'Europa e dall'Italia per gestire i flussi migratori e contrastare il traffico di esseri umani? Dall'addestramento della guardia costiera libica al ruolo svolto dalle ong, fino alle missioni dell'Unhcr, il servizio cercherà di capire cosa sta succedendo oggi nel Mar Mediterraneo.

    Bernardo Iovene, invece, tornerà ad investigare sul prosecco, il vino spumante più venduto nel mondo. L’uva del prosecco è pagata più del doppio rispetto agli altri vitigni. Tra DOC e DOCG, oggi si vendono 510 milioni di bottiglie, e la richiesta supera l’offerta. Gli ettari coltivati a prosecco sono arrivati a 30.000, erano circa 10.000 nel 2009. Ormai si parla di monocoltura, ma il rovescio di questo successo sono colture intensive a ridosso di case, scuole e impianti sportivi che nel periodo dei trattamenti con i pesticidi creano problemi agli abitanti delle zone in provincia di Treviso. A un anno dall’inchiesta sul vino e sulla frazione di Prosecco, in provincia di Trieste, Report torna in quelle zone, per vedere quali sono le novità, cosa hanno fatto i comitati, i comuni, i consorzi del prosecco DOCG e DOC, le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia.

    Questa volta il presidente del Veneto Luca Zaia risponde alle domande di Iovene sui trattamenti delle vigne, sul biologico, sul protocollo d’intesa con la frazione di Trieste e sull’operazione del 2009 che ha portato al successo e alla creazione della DOC più grande d’Italia. La governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani preferisce glissare e delega il suo assessore all’agricoltura a rispondere sul protocollo. Intanto nella frazione di Prosecco gli abitanti, in attesa che vengano rispettati i patti, hanno cominciato a produrre le prime bottiglie del prosekar.

    In chiusura, infine, Polveri alle stelle, di Antonella Cignarale. Stando seduti davanti al fuoco spesso ci si incanta, ma quanti sanno che il simpatico caminetto emette le assai nocive polveri sottili? Oggi il riscaldamento a legna pesa per il 65% sul totale delle emissioni nazionali di particolato, per il resto causate da traffico, attività agricole e industriali. Ma c’è differenza tra un camino tradizionale aperto e una stufa ad alto rendimento energetico, che consuma poco e di conseguenza emette meno polveri nell’aria. La legna è considerata fonte energetica rinnovabile e in quanto tale andrebbe favorita secondo l’accordo sul clima di Parigi firmato dall’Italia. Dipende però da come si brucia. Secondo l’Arpa Lombardia una tonnellata di legna permette di evitare l’emissione di circa 80 kg di CO2 se bruciata in un camino aperto e di circa 900 kg di CO2 se bruciata in una stufa efficiente. E il pellet? È segatura pressata, tutto naturale davvero? E come si sceglie?

    Se vogliamo che il fuoco ci incanti e non ci intossichi, come bisogna accenderlo? Se va bene il blocco della circolazione, allora anche la stufa della nonna va rottamata, accenderla è un crimine ambientale tanto quanto bruciare i resti di un mobile verniciato. L’Unione europea ha più volte richiamato l'Italia per infrazione dei limiti stabiliti, basti pensare che nei territori del bacino padano il limite giornaliero di 50mg di polveri presenti nell’aria che si respira viene costantemente superato anche del triplo. Per anni ci si è affidati alla danza della pioggia e adesso le regioni corrono ai ripari, per cui in alcune zone non si potrà più nemmeno accendere il vecchio caro caminetto inquinatore, in altre si vieteranno le stufe a 2 stelle, le stesse per le quali sono stati appena erogati gli incentivi.

    (comunicato Rai)


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