Der Park (teatro)
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Der Park (teatro)
L'1 ottobre Peter Stein compirà 80 anni. Annoverato tra i più importanti artefici del teatro tedesco ed europeo nella seconda metà del Novecento, in particolare per aver realizzato progetti monumentali, spesso in spazi inconsueti ed extra-teatrali, il regista, che vive ormai da anni in Italia, è stato insignito di numerosi riconoscimenti internazionali, tra i quali l'onorificenza francese di Commandeur de l'Ordre des Arts et Lettres et Chevalier de la Légion D'Honneur. In questo 2017 cade inoltre un altro anniversario steiniano. Nel 1967, a trent’anni, debutta infatti come regista al Werkraumtheater con lo sconvolgente Saved di Edward Bond.
Per celebrare queste importanti ricorrenze, Rai Cultura dedica al regista tedesco un omaggio in due appuntamenti. Si inizia sabato 23 settembre su Rai 5 con Der Park, nell’imponente allestimento andato in scena nel 2015 al Teatro Argentina di Roma con Maddalena Crippa, Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Pia Lanciotti.
Der Park è una tragicommedia che Botho Strauss scrisse appositamente per Peter Stein nel 1983 e che fu messa in scena dalla Schaubühne am Lehniner Platz di Berlino, per la regia dello stesso Stein, nel 1984 con Bruno Ganz e Jutta Lampe. L'opera è una riscrittura del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Con riferimenti politici, ma scavando nella realtà dei sentimenti, Stein ci mette di fronte alla necessità del ritorno all’interiorità, per quanto mutilata e martoriata. I suoi personaggi, attraverso l'introspezione, dissezionano senza pietà la loro anima con la forza della disperazione.La storia è incentrata intorno agli shakespeariani Oberon e Titania che, nella speranza di ricondurre l'umanità alla riconquista dell'armonia perduta, fanno visita di notte ad un parco cittadino. In questo incontro, fra misticismo e dura realtà quotidiana, gli amanti infelici che vivono nel parco tentano senza riuscirvi a raggiungere quell'armonia divina perduta, mentre gli stessi dei diventano mortali e si smarriscono in uno scenario apparentemente naturale che porta con sé il segno di una brutale umanizzazione.
(dalla redazione Rai)
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